Corpi (De)Genere: Laboratori Indocili

Una serie di laboratori per persone giovani LGBTQIA+, ragazz3 alla ricerca di sè, di una comunità di sostegno, di alleanze politiche e di luoghi il più sicuri possibile dove interrogarsi su come esistere in modo critico, consapevole e gioioso in un mondo che non è fatto a misura praticamente di nessun. 
Tutte le foto sono di Arthur Buoso.

Lab 1: Teatro per una consapevolezza emotiva

Il laboratorio intende fornire alle persone partecipanti degli strumenti per entrare in relazione con le proprie emozioni in modo più libero e consapevole, utilizzando esercizi guidati tratti dalla propedeutica teatrale. Durante il laboratorio, viene proposto un percorso di esplorazione del proprio spazio emotivo, a partire da un lavoro mirato sul corpo, sulla voce e sulla relazione con ciò che è esterno a noi. 

Lab 2: Danza come strumento di liberazione

La danza è uno strumento di liberazione dei corpi e un potente veicolo di emozioni: attraverso la sperimentazione di come il linguaggio del corpo e i suoi movimenti possono esprimere emozioni di cui non necessariamente sono consapevoli, le persone partecipanti saranno in grado di entrare in conversazione con il loro corpo in una maniera intuitiva e profonda.

Come può il tuo corpo veicolare dei messaggi? Come può essere la danza accessibile ai corpi non conformi? Come può la danza esprimere la necessità di sfondare le gabbie del genere?

Con Silvia Gualtieri.

Lab 3: Percepire l’urbanistica e la marginalità

Il laboratorio intende riflettere su come l’urbanistica non sia mai neutra: i concetti di decoro, conformità, accessibilità e sorveglianza sono sempre presenti quando i nostri corpi si muovono nello spazio urbano. La nostra percezione della città può essere influenzata dalle discriminazioni che viviamo, così come dalla categoria marginalizzata a cui apparteniamo. In questo laboratorio cercheremo di riflettere insieme su questi fenomeni e utilizzeremo strumenti come la cartografia emotiva (biomapping) di Christian Nold e la scrittura collettiva, per rompere gli schemi che ci opprimono nel vivere lo spazio urbano.

Lab 4: Nella casa dei tuoi sogni

Una riflessione su come i nostri corpi interagiscono con lo spazio domestico.

Cosa sono lo spazio domestico e la casa? Sono luoghi che reiterano o meno le gerarchie sociali? Ha davvero senso distinguere tra spazio pubblico e privato? Chi beneficia di questa distinzione?
Quali sono le implicazioni e origini della famiglia mononucleare occidentale? È possibile sovvertire il sistema costruendo case e sfamiglie alternative?

Rifletteremo assieme su questi concetti trattando di violenza domestica, lavoro riproduttivo, cura, lotta per la casa e sfamiglie queer.
La due giorni presenta momenti di autoformazione ma anche attività laboratoriali che permetteranno di attraversare l’immaginario della casa di ognun3 tra incubo e sogno.

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Lab 5: Sabotare il canone

Un laboratorio sul corpo, la bellezza, la rappresentazione dei corpi e l’idea di perfezione.

Come sono stati rappresentati i corpi nei secoli passati? Come avviene la selezione delle opere da esporre nei musei? E che tipo di messaggio veicolano? Com’è che gli ideali di bellezza in mezzo ai quali cresciamo influenzano lo sguardo con cui osserviamo i corpi, nostri e altrui? Quando ci autorappresentiamo, come vediamo noi stessə?

Queste domande ci guideranno nei due pomeriggi di laboratorio: sabato ci interrogheremo sulla rappresentanzione dei corpi, soprattutto femminili, a partire dalla critica di opere d’arte. Domenica, metteremo le mani in pasta e lavoreremo su noi stessə e sul nostro corpo, su come lo vediamo e come vogliamo rappresentarlo.

Con Boobes e Elena Fontana Paganini.

Lab 6: Intimità contro il sistema

Ci avviamo alla chiusura di questo percorso con un laboratorio di autocoscienza sull’educazione sessuale ricevuta in quanto persone queer: quanto ci siamo sentit3 rappresentat3? Ci ha aiutat3 ad accettare e avvicinarci alla nostra sessualità o ci ha fatto sentire sbagliat3? Quando è stata la prima volta che ci hanno parlato di piacere o consenso? 

Il laboratorio parte dalla condivisione di esperienze di educazione sessuale e all’affettività ricevute a scuola e in famiglia, per prendere coscienza collettivamente delle mancanze di queste. Con la creazione di uno spazio di condivisione sicuro sarà possibile riflettere sull’importanza di un’educazione sessuale inclusiva, su come possiamo organizzarci per crearne una e accrescere la consapevolezza su queste tematiche.